Il nostro “trail runner” Stefano Baioni ci ha inviato la recensione del libro “Il corridore”, di Marco Olmo e Gaia De Pascale, per condividere questa interessante lettura con tutto il gruppo della Podistica Avis Fabriano. Stefano, docente di italiano, ha scritto questa recensione per i suoi studenti come stimolo alla lettura del libro, che racconta magistralmente un uomo e la corsa. Buona lettura.
“Quello che chiedo è solo di avere un tempo tutto mio, in cui non sono costretto a parlare, ascoltare, sorridere. Un tempo in transito, durante il quale le cose possano cambiare, immerse nel silenzio. Movimenti di panorami come una pellicola che mi scorre dentro, fondendo il paesaggio interiore con quello esteriore, facendone un’unica cosa. Una cosa che non è possibile condividere. Appartiene solo a me. In quell’attimo. Per quello che vedono i miei occhi, per le sensazioni che mi attraversano (pagina 38)”.
La scrittura è di Gaia De Pascale ma le parole e i pensieri sono di Marco Olmo, l’uomo che a 58 anni è diventato Campione del Mondo vincendo l’Ultra Trail du Mont Blanc: 167 km attraverso Francia, Italia e Svizzera, oltre 21 ore di corsa ininterrotta attorno al massiccio più alto d’Europa.
Grazie alla penna della scrittrice emerge il ritratto umano e la biografia di un atleta eccezionale; eccezionali sono infatti i successi, eccezionale l’età in cui sono arrivati, eccezionali i chilometri percorsi, eppure nel leggere questo libro – in cui romanzo, racconto e biografia si intrecciano insieme – nulla appare eccezionale; fra le pagine scorrono storie, racconti, aneddoti, esperienze di vita quotidiana e comune. In una sicura empatia con il corridore, la scrittrice traduce in modo appassionato e lucido la vita vissuta di Marco Olmo: parabola di un operaio, da cavatore di pietra a campione mondiale di Ultra Trail.
Una lettura che ci restituisce la figura di un uomo e di un atleta autentico, sincero, trasparente. Sfogliare e leggere questo libro sarà un piacere per tutti gli appassionati della corsa ma susciterà in tutti sicuramente anche il piacere della lettura stessa, non mancano infatti analisi acute e visioni chiare riguardo l’attuale società, il ritmo vorticoso imposto dallo sviluppo economico, il deterioramento della qualità della vita o i condizionamenti del progresso a cui siamo tutti più o meno sottoposti; la corsa ci è restituita non solo come benessere fisico ma anche come un valido antidoto a tutto ciò perché “le lunghe distanze separano. Allontanano. Ti restituiscono la magia della tua singolarità. È in quei momenti che la noia torna a essere quello che è: un concetto astratto, buono per chi non insegue una meta. Uno stato d’animo per vite senza scopo (pagina 40)”.
Stefano Baioni